Molte le sfide di un settore che ha a cuore il benessere del pianeta e che punta a equiparare i costi di un’abitazione sostenibile con quelli di una tradizionale.
Da tempo si sente parlare di sostenibilità anche nell’architettura e nel mondo dell’edilizia ma la sua realizzazione stenta ad affermarsi.
Il concetto di sostenibilità applicato all’architettura si riferisce alla ricerca di soluzioni edilizie che puntano al controllo dei consumi di energia e risorse, per il benessere dell’uomo e dell’ambiente.
Si tratta di un approccio culturale, più che di un ramo dell’architettura tradizionale, che persegue la progettazione e la costruzione di edifici a basso impatto sull’ambiente, ponendosi come finalità l’efficienza energetica, il miglioramento e soddisfacimento dei bisogni dei committenti nel rispetto degli altri e dell’ambiente, cercando di inserirsi armoniosamente nel contesto e riutilizzando il più possibile spazi e materiali.
Un’abitazione è sostenibile fin dalla sua ideazione: il luogo per l’edificazione, l’orientamento in riferimento all’esposizione solare e dei venti e i materiali da utilizzare, sono gli elementi alla base di un progetto consapevole. Tali fattori spingono l’architetto a mettere a punto una serie di misure attive e passive per ridurre il carico di inquinamento degli edifici, cercando di disperdere il meno possibile il fresco durante l’estate e il caldo durante l’inverno, attraverso l’uso di materiali idonei e innovativi. Bisogna però fare attenzione agli stessi materiali che possono essere prodotti in molti modi e quindi si rischia di fare una scelta sostenibile utilizzando però un materiale la cui realizzazione prevede un consumo eccessivo di risorse maggiore di quello che poi si andrà effettivamente a risparmiare. Deve pertanto esserci anche un’attenzione particolare alle metodologie di costruzione dei materiali che a loro volta vanno ad incidere sul risparmio energetico.
In fase di progettazione, uno degli obiettivi principali è quello di riciclare per intero o in gran parte i prodotti dell’architettura. Oggigiorno c’è però il problema della separazione e del riciclaggio in quanto gli elementi moderni sono composti da strati diversi di materiali chimici incollati insieme. La cultura costruttiva di un tempo invece, a causa anche della scarsità di risorse, era largamente basata su risorse rinnovabili e/o durevoli a bassa energia incorporata come legno, mattoni e pietra. Occorre dunque volgere uno sguardo al passato e convincersi del fatto che i materiali possono avere una vita e una funzione differente e magari anche migliore da quella per cui erano stati concepiti .
A proposito di materiali, in questo particolate periodo caratterizzato dall’agevolazione del Superbonus del 110% – una detrazione del 110% sulle spese sostenute per chi effettuerà interventi di isolamento termico, sostituzione degli impianti di climatizzazione invernale e riduzione del rischio sismico nei propri condomini o abitazioni singole a favore della sostenibilità – il governo ha prescritto l’utilizzo dei prodotti CAM che derivano da materie plastiche riciclate.
Si può sintetizzare che, al rispetto del principio di sostenibilità, l’architettura sostenibile è attenta a quattro concetti essenziali:
– eco bilancio: valutare l’impatto ambientale considerando ogni singola fase del ciclo vitale degli edifici progettati, dei loro materiali e delle loro tecniche costruttive. Ciò passa per l’analisi dell’impatto dell’edificio nell’ecosistema, nel tempo e nello spazio.
– compatibilità: l’integrazione dell’opera nell’ambiente naturale in cui viene edificato. Il rispetto di questo principio consente al sistema di limitare al minimo gli sprechi garantendo attenzione al bene comune.
– benessere: favorire lo stato psicofisico degli abitanti dell’ecosistema edilizio.
– estetica: per molti anni si è valorizzata la funzionalità a discapito della bellezza degli edifici ma,
attualmente, nella convinzione che possa concorrere, a pieno titolo, al benessere psicofisico delle persone, l’estetica è stata portata in primo piano grazie allo sviluppo tecnologico, alla nascita di percorsi di studio specifici e a una maggiore conoscenza delle pratiche costruttive.
Sostenibilità in architettura non è sinonimo solo di risparmio energetico o di riduzione dei consumi, un progetto architettonico o urbanistico è ecologico non solo grazie a scelte mirate, molto dipende anche dai comportamenti assunti dagli abitanti dell’edificio per ridurre al minimo gli sprechi e i consumi energetici non solo all’interno del quartiere, ma in tutta la città.
Quest’ultimo aspetto è emerso dalla chiacchierata con Pier Maria Giordani, Co-Fondatore dello studio RECS Architects, il quale ci ha spiegato che la sostenibilità non è solo inerente alle attività svolte ma anche al comportamento dei singoli individui i quali, a causa della pandemia, hanno riscoperto l’importanza degli spazi aperti, del verde, prima dato per scontato e anche trascurato.
L’approccio di RECS alla sostenibilità parte da tempo e non è riferita alla sola progettazione, ma è vissuta dai collaboratori dentro e fuori lo studio; l’utilizzo di carta riciclata, la scelta di non stampare più le presentazioni utilizzando solo il formato digitale e l’uso di auto full electric per gli spostamenti.
Per quanto riguarda invece l’importanza degli ambienti esterni, RECS promuove la salvaguardia di tali spazi, con particolare attenzione a quelli posti all’esterno delle scuole e che in questi tempi si svelano un valido luogo alternativo per le attività scolastiche degli studenti. L’intento è dunque quello di far passare un messaggio sostenibile, però se si continua a coltivare una cultura che guarda solo ai propri interessi e a non dare la giusta importanza agli spazi esterni, a curarli, a renderli agibili, si insegnerà che il verde è uno spazio che può essere trascurato quando invece deve essere salvaguardato.
Sostenibilità è anche questo: sostenibilità mentale, del comportamento, dell’educazione, una lezione che il Covid-19 ci ha dato e dalla quale bisogna imparare per ripartire e far raggiungere il costo di una casa sostenibile al pari di una classica.
Maria Cafaro